L'Epifania






L'Epifania è una festività cristiana che si celebra il 6 gennaio a ricordo della visita dei Re Magi al Bambin Gesù. Rappresenta inoltre l'apparizione del Cristo sulla Terra e le prime manifestazioni della sua divinità alla genti, fondamento della fede cristiana.
Il 6 gennaio si celebra la manifestazione di Gesù, nei suoi tre momenti principali, che sono l'adorazione dei Re magi, il Battesimo nel Giordano e il miracolo di Cana.

LE ORIGINI DELL'EPIFANIA
L'Epifania è la "Festa dell'Apparizione". Il termine Epifania deriva dal greco epifàinomai e significa "appaio". Era usato per indicare l'apparizione di una divinità sulla Terra, come tale era spesso applicato in forma appellativa, come Epifane. Questo termine era riferito ai sovrani orientali, nei quali i sudditi vedevano l'incarnazione di una divinità.
Lo stesso termine è stato usato anche per indicare l'apparizione di Cristo sulla Terra.


I PROVERBI DELL'EPIFANIA
L'Epifania è una festività che fa parte del ciclo di feste natalizie e conclude i festeggiamenti nel nuovo anno, per poi lasciare spazio al Carnevale. Il giorno dopo si può disfare l'albero di Natale e riporre decorazioni e statuine del Presepe fino all'anno successivo.
Come ricorda il proverbio "la Santa Epifania tutte le feste porta via".

SAN EPIFANIO, IL SANTO DEL GIORNO
San Epifanio era vescovo, nato a Pavia nel 438. Entrò giovanissimo nella carriera ecclesiastica, ammirato da tutti per la sua pietà. Fu eletto a succedere al vescovo Crispino, nella diocesi pavese.
Si distinse nel procurare la pace tra gli ultimi rappresentanti dell'impero e nel difendere la sua città, allora centro politico importantissimo, contro i barbari di Odoacre e di Teodorico.

I PRESAGI DELL'EPIFANIA
I presagi, i canti della strenna, i prodigi o fatti meravigliosi e le loro rappresentazioni drammatiche, rinnovano le usanze del ciclo del Natale. Gli esempi di presagi sono numerosi.
In Sicilia, nel folklore popolare, si crede che se il vento soffierà nella sera dell'Epifania, soffierà per tutto l'anno.
In Calabria, invece, alla sera della vigilia dell'Epifania si usava che le ragazze, andando a letto, recitassero canti speciali. Se nei loro sogni appariva una chiesa addobbata a festa oppure un giardino in fiore, questo sarebbe stato considerato un buon segno di fortuna per far avverare le loro speranze.


I FUOCHI DELL'EPIFANIA E ALTRE TRADIZIONI
Durante l'Epifania era molto diffusa l'usanza di accendere dei falò in diverse regioni d'Italia.
In Veneto erano preparati con fasci di spini, allo scopo di bruciare dei fantocci che rappresentano la Befana.
In Friuli-Venezia Giulia, dei dischi infuocati, chiamati "cidulis", erano fatti ruzzolare nei fianchi scoscesi delle valli.
Nella fascia collinare, a Tarcento, i falò epifanici sono chiamati "pignarûi, pan e vin".

Nel giorno dell'Epifania, a Cividale del Friuli, nella provincia di Udine, c'era l'usanza di celebrare le messe "dello Spadone".

In Alto Adige, secondo una consuetudine diffusa tra i ladini, nel giorno dell'Epifania le case venivano benedette.
Un'altra tradizione era quella di praticare sulla porta di casa l'incisione di una scritta, che era composta alle estremità dai numeri che costituiscono il nuovo anno da poco iniziato, e nel mezzo dalle iniziali dei Tre Magi, il tutto alternato da immagini di croci.

Una singolare tradizione dell'Epifania è quella del "Re della Fava". Il "Re della Fava" è un personaggio collegato al re dei Saturnali e si sorteggiava per mezzo di una torta. Si usava preparare una speciale torta, dove nell'impasto si mettevano tre fave di colore naturale e una nera. Chi trovava la fava nera veniva proclamato appunto il "Re della Fava", con il privilegio di potersi scegliere la regina.
L'episodio è burlesco, ma conferma il fatto che con l'Epifania coincide anche l'inizio del Carnevale.
La torta con le fave è tutt'ora tradizionale in Spagna.



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